Hard-Drive Team 2018/19: Cleveland Cavaliers
Per i Cleveland Cavaliers il destino assomiglia a qualcosa di crudele e beffardo, o di cinico e baro. Per la seconda volta nel giro di un decennio, si ritrovano nelle triste condizione di essere stati abbandonati, ma questa volta almeno non esattamente traditi, da colui che li aveva messi sulla cartina geografica delle squadre che contano nella NBA. Quattro finals consecutive, il titolo vinto in quella maniera nel 2015. Sogni di grandezza che sono diventati realtà.
Adesso, appunto, si riparte, di nuovo, anche se in condizioni decisamente diverse rispetto a quelle della stagione 2010/11. Certo sarà abbastanza difficile, se non proprio impossibile, riavvicinare il 50-32 con cui si è concluso la scorsa regular season, ma almeno l’addio di James è stato meno traumatico, anche perché abbastanza annunciato da tempo in caso di mancato successo nelle finals 2018, ed in fin dei conti il resto del cast è rimasto in Ohio. E questo, malgrado i pensieri negativi dei detrattori, potrebbe non essere una cosa così negativa.
Il G.M. dei Cavs, Koby Altman non si è mosso così male nella off season. Perso il leader assoluto della franchigia, ha cercato in qualche modo di sostituirlo, andando alla ricerca di qualche giocatore di nome, informandosi anche dal Texas senza ottenere nemmeno risposta. Poi ha pensato bene di trattenere, riuscendoci, il resto del roster, compreso il grande amico di LeBron. Inoltre, ed anche questa è stata, opinione personale, una grande mossa, ha ridato fiducia al suo head coach, quel Tyronn Lue così tanto denigrato da chiunque si occupi di basket in ogni continente di ogni pianeta del nostro sistema solare. Lue, in questa stagione, dovrà cercare di dimostrare a chi lo ha considerato negli anni LeBroniani solo uno “yes man” del #23, di essere quel conoscitore di basket e ottimo coach su cui tanti, prima che l’ex Lakers subentrasse a David Blatt, spendevano belle parole, definendolo un futuro ottimo allenatore per una squadra NBA.
Ha questa opportunità, con un roster che conosce e che lo conosce, che comunque è sempre sembrato rispettarlo. Adesso è il momento per far vedere il suo valore, e non mi sorprenderei se ci riuscisse, magari, anche giocando sulle motivazioni di chi è rimasto. Perchè in tanti avranno voglia di dimostrare il proprio valore, di far vedere al mondo cestistico che non erano solo figli di un dio minore.
Ad iniziare da Kevin Love. Che avrà gli occhi puntati addosso anche lui. Gli si torna a chiedere una stagione da leader della franchigia, stile periodo Wolves, magari con una consapevolezza di se maggiore. E’ comunque un giocatore con tanti punti nelle mani, se innescato nella maniera giusta. George Hill è un veterano di mille battaglie, che sa come gestire situazioni complicate. Anche per lui le responsabilità aumenteranno. Rodney Hood è uno di quelli usciti meglio dalle disastrose finals. Uno degli ultimi ad alzare bandiera bianca. Certo il rapporto con coach Lue non è stato idilliaco, ma è uno dei giocatori nel roster con punti nelle mani e doti offensive. Dovrà essere sfruttato nella maniera migliore.
Tristan Thompson dovrà proseguire a fare il suo lavoro a rimbalzo, in difesa e di energia. Così come Larry Nance Jr., ragazzo dotato di mezzi fisici notevoli, che può migliorarsi tecnicamente, ma che fa del dinamismo una dote fondamentale. A Jordan Clarkson gli si chiederà qualcosa di più rispetto a quello fatto vedere lo spezzone di stagione giocato ai Cavs. Altro attaccante con punti nelle mani, forse troppo innamorato della palla, dovrà cercare di essere complementare al gioco di squadra. Kyle Korver è quel veterano che dentro ad una squadra nella condizione in cui sono a Cleveland serve sempre. Sia nello spogliatoio, che in campo. In fin dei conti un tiratore resta sempre un tiratore.
Sam Dekker e David Nwaba sono due giocatori che potrebbero trovare spazio, se riusciranno a evitare le troppe pause che si prendono in corso d’opera. Sono comunque due giocatori con punti nelle mani. E chissà che Ante Zizic non possa far vedere quello che vale anche da questa parte dell’oceano. Europeo, giovane, buoni fondamentali, bella mano. Ci si aspetta qualcosa in più anche da Cedi Osman. Qui il talento c’è, la voglia anche, ha bisogno di meno schizofrenia nelle scelte, e di minuti sul parquet.
E’ tornato Channing Frye, stesso discorso fatto per Korver, ma con qualche problema fisico in più. Dal draft è arrivato con la #8 Collin Sexton. PG dalla mano calda, non esattamente il costruttore di gioco dei vostri sogni, ma uno che sembra già pronto per giocare, e tanto, in questa lega.
Due parole le spendiamo per J.R. Smith. Se prendi un rimbalzo in attacco e mancano meno di quattro secondi alla fine o tiri o chiami time out.
% Playoffs: 45%- In fin dei conti perché non credere in questi Cavs. Il roster non è male, ad est, tolte tre/quattro squadre, spazio ce ne sarebbe anche.
💬 Commenti