Hard-Drive Team 2018/19: Detroit Pistons
Esperimento Stan Van Gundy capo supremo completamente fallito. I Detroit Pistons escono dal quadriennio con l’ex coach dei Magic forse anche peggio di come ne erano entrati. Anche perché c’era molta fiducia in tutto il Michigan sulle possibilità dei Pistons con un personaggio così profondamente conoscitore del gioco. Invece le cose si può dire che non siano andate per il verso giusto, e dopo il 39-43 della passata stagione le parti hanno deciso di lasciarsi.
Certo che ripartire, visto il roster, non dovrebbe essere così complicato, però, spesso nella NBA non tutto segue una logica così ferrea. Di sicuro c’è molta confusione anche a livello di proprietà, Van Gundy era anche il direttore delle operazioni, ed il G.M. è stato licenziato mesi fa senza che sia stato sostituito. Per cui a dirigere il tutto attualmente c’è Ed Stefanski, senior executive, con Gregg Polinsky direttore del personale.
Chiaro che in una situazione così complicata, la cosa sana da fare era scegliere un head coach di carisma, con tanta voglia di lavorare. La scelta è caduta su Dwane Casey, fresco vincitore del trofeo di coach of the year e ringraziato di questo dai Raptors con il………… licenziamento, appunto. Casey trova una situazione tecnica abbastanza chiara su cui lavorare. Il roster è pressochè identico a quello della scorsa stagione, dopo il mega scambio con i Clippers, non è arrivato nessun free agent di livello, non è stata fatta nessuna trade, sono arrivate un paio di scelte futuribili, ma che, apparentemente, non possono dare niente nel breve. Il nuovo head coach dovrà riuscire a fare meglio usando lo stesso personale del suo predecessore, tutto sommato una sfida interessante. Casey è un allenatore con idee chiare, che comunque è sempre riuscito a far rendere i propri giocatori e bene, ottenendo buoni risultati, specie nella regular season. Ha poche idee offensive ma chiarissime, soprattutto nella capacità di creare gerarchie definite.
Vedremo che tipo di impatto potrà avere ad esempio su Andre Drummond. Il centrone nativo dello stato di New York esce da una stagione giocata come mai nella sua vita cestistica nella lega. E’ migliorato in tutto e non solo statisticamente, ma, soprattutto, come attitudine sul parquet. Sembra aver trovato finalmente la strada giusta per emergere anche come leadership, e coach Casey saprà sicuramente come farlo crescere ulteriormente. Poi che duo potrebbe formarsi con Blake Griffin. Certo il suo impatto nella mezza stagione giocata a Detroit non è stato entusiasmante, ma partendo dall’inizio credo che riuscirà a trovare ancora il suo gioco. Dovessero funzionare bene giocare sotto canestro non sarà un problema per i Pistons. Se poi Reggie Jackson riuscisse a ritrovarsi fisicamente e di testa sarebbero altre notizie positive. Bisognerà ricreare il giusto contesto tecnico per sviluppare le sue doti soprattutto realizzative.
Henry Ellenson e Luke Kennard sono due giocatori molto simili tra loro, pur giocando in ruoli diversi. Giovani, che riescono a dare sempre tanto quando chiamati in causa, ma hanno bisogno che la squadra non sia necessariamente anarchica per rendere al meglio. Entrambi, nel giusto contesto tecnico, potrebbero diventare importanti per tante piccole ma fondamentali cose. Langston Galloway è un altro giocatore di grande energia e voglia, attaccante vero, forse troppo innamorato del pallone, ma dalla panchina può tornare utilissimo. Così come Reggie Bullock e Ish Smith, che negli ultimi anni si è costruito un’ottima fama come back up, e non solo, nel ruolo di PG. Jon Leuer deve uscire dall’anonimato in cui è caduto nelle ultime stagioni. E’ comunque un ragazzo che ha sempre messo tanto in campo per un tiro, un rimbalzo, una palla recuperata. Questo gli viene chiesto, questo deve tornare a fare.
E’ arrivato Glenn Robinson III, che si spera possa aver risolto i suoi problemi fisici, che sembrano costanti, e che avrebbe bisogno di continuità per esprimersi a livelli che solo rare volte ha fatto vedere. Dal draft sono arrivati Khyri Thomas, #38, e Bruce Brown Jr., #42. Due guardie tiratrici, più Thomas che Brown Jr., con il secondo capace di sfruttare meglio il suo fisico. Che tipo di spazio ed impatto potranno avere è tutto da valutare, anche se nel ruolo minuti a disposizione ce ne sarebbero.
Dalla free agency sono arrivati due veterani come Josè Calderon e Zaza Pachulia. Se il primo potrebbe essere ormai al viale del tramonto della sua carriera, ma comunque minuti di qualità in regia può ancora proporli, il secondo potrebbe poter dire ancora qualcosa nella lega, le sue caratteristiche si conoscono, ed in una squadra come i Pistons possono tornare utili.
Due parole le spendiamo su Stanley Johnson. Il ragazzo dopo una prima buona stagione, si è un pochettino perso, vittima di un ego abbastanza smisurato. Ha talento cestistico notevole, adesso deve rimboccarsi le maniche e tornare a pensare al basket giocato, cosa che sa fare anche bene.
% Playoffs: 55%- Io a questi Pistons do fiducia, secondo me l’avvento di coach Casey sarà uno stimolo importante per tutti, e vista la qualità del roster la possibilità di arrivare alla post season è concreta.
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