James e il vandalismo a sfondo razzista

Ogni cosa che accade a LeBron James assume una rilevanza macroscopica in maniera rapida ed incontrollata, ultimi gli eventi che hanno interessato l'esterno di una delle sue ville ed una scritta fatta con una bomboletta spray. I fatti riportati, riportati da TMZ per primi, sono questi:
Nella sera di mercoledì 31 Maggio, una pattuglia di polizia rileva la presenza della scritta "nigger" sul cancello esterno della villa di proprietà di LeBron James, nel quartiere di Brentwood, Los Angeles
Impazzano i media, si parla di "hate crime", poi rapidamente si vira verso la matrice razzista, seguono i social media che goffamente assimilano l'anti-trumpismo tra le file dell'antirazzismo con twitter che diventa tutto un "make America hate again" o il già rodato "make america white again". Essendo una superstar planetaria LeBron James viene chiamato ad esprimersi in merito: faccia contrita, voce greve e cadenza posata, il numero 23 dei Cleveland Cavaliers lamenta di dover spiegare la situazione ai suoi figli e poi scandisce la frase che tutti attendono. https://www.youtube.com/watch?v=lISiWEWsiQ8 Being black in America is tough e basta per legittimare una rotazione infinita di sportivi, attori, musicisti e personalità mediatiche assortite pronte a rilanciare sulle dichiarazioni di James. Come per esempio l'attore e rapper Ice Cube, uno che ha passato la prima parte della sua vita ad usare la parola "nigger" come la virgola tra un fuck the police e l'altro, e la seconda metà a recitare (male) la parte del poliziotto raddrizza sbandati, con quella punta di fascismo autoritario che non guasta. Ovvio, c'è poi l'immancabile dibattito sulla differenza semantica tra "nigger" e "nigga", a cura di Jalen Rose (minuto 2:56), che serve a mettere una pezza alle idiozie promosse nella cultura hip-hop americana. L'America è chiaramente razzista, o forse è esattamente il contrario? Quando tutto l'apparato mediatico, politico e popolare si indigna e ti supporta forse è la prova che la guerra contro il razzismo è vinta, e le scritte sui cancelli di tutto il mondo sono solo il rantolo di imbecilli isolati destinati ad estinguersi. In un paese realmente razzista LeBron James sarebbe probabilmente il garzone di un elettrauto invece di uno sportivo milionario, in un paese realmente razzista l'indignazione popolare si manifesterebbe davanti alla scoperta che un ragazzo di colore possiede una villa adiacente a quella dell'ex presidente Reagan (lista) in uno dei quartieri più esclusivi di una delle città più esclusive del mondo. In tutto questo le persone che mantengono un attimo di lucidità sulla questione, associando correttamente il problema di un razzismo residuo a quello della disparità economica e di classe, vengono linciate da gran parte della stampa liberale. È il caso di Jason Whitlock, commentatore sportivo, che in maniera molto puntuale spiega che il re è nudo (🎥), recentemente attaccato in maniera piuttosto indegna e scarsamente argomentata dal collega Mike Hill e da diverse testate giornalistiche. Tenendo bene in chiaro che il crimine rimane tale, e che il razzismo non è un problema totalmente scomparso nella società americana, si dovrebbe evitare di assumere la postura delle vittime quando si hanno dalla propria parte più inerzia e più alleati. https://www.youtube.com/watch?v=Ma9AQfHB18I

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