NBA Finals 2020: analisi prime due gare

Dopo le prime due partite analizziamo l’andamento di queste Finals, per ora abbastanza scontate e chiuse nel pronostico.

Scritto da Doc. Abbati  | 

Andrew B. Bernstein / Getty Images

Dopo le prime due partite analizziamo l’andamento di queste Finals, per ora abbastanza scontate e chiuse nel pronostico.

NBA FINALS

QUI LAKERS

Dopo le prime due partite di queste Finals la serie sembra essere abbastanza indirizzata. E non solo per il 2-0 Los Angeles Lakers con cui ci si presenterà nella notte tra domenica e lunedì a gara 3. Gara1 e Gara2 sono state abbastanza dominate dai ragazzi di coach Vogel, che hanno sbagliato poco in attacco, e, soprattutto, ancora meno in difesa. LeBron James e Anthony Davis hanno fatto quello che ci si aspettava da loro, senza sentire la pressione del favore del pronostico e senza farsi venire ansie da prestazione. E se per il #23 da Akron la cosa poteva essere abbastanza scontata, il prodotto di Kentucky, alle prime Finals in carriera, non ha deluso le aspettative, risultando, per lunghissimi tratti delle due partite, un rebus completamente irrisolvibile come e più del Re.

Ed ai due si è affiancato un Rajon Rondo versione full optional, che ha pontificato basket in maniera entusiasmante, non solo dal punto di vista della creazione del gioco, alcuni suoi assist sono stati semplicemente favolosi, ma anche come insospettabile tiratore da oltre l’arco dei tre punti. Cosa dire, inoltre, del supporting cast. Tutti hanno dato quello che dovevano, con un Danny Green resuscitato sia al tiro che in difesa, salvo qualche fisiologica pausa, con un Kentavious Caldwell-Pope altrettanto efficace sui due lati del campo, e talmente in fiducia da prendersi un tiro da tre  importante sul finale di Gara2, malgrado il tabellino recitasse 1/10 fino a quel momento, e segnarlo.

Poi cosa dire del veteranissimo, a questo livello, Alex Caruso. O perlomeno è così che ha affrontato le prime due gare, con la sicurezza del veterano, non facendosi fermare anche da piccoli errori. Così come Kyle Kuzma, Markieff Morris e  Dwight Howard. Tutti hanno portato il loro mattoncino, comunque importante, per la realizzazione del progetto Larry O’Brien Trophy.

Ed in queste due partite i gialloviola losangelini non si sono fatti impressionare dalle varie difese messe in campo da Miami. Anche la zona è stata attaccata con intelligenza, e una volta realizzato che in gara 2 il tiro da tre non entrava come nei primi tre quarti di Gara1, ci si è affidati all’uomo nella zona della lunetta, mettendoci a turno due come Rondo e James, che sapesse rappresentare una doppia minaccia, come passatore e realizzatore, attaccando la zona con i tagli dal lato debole, con un LeBron anche in questo fondamentale in versione extra lusso, ed essendo pronti ad andare a rimbalzo sfruttando i buchi che la zona crea nel taglia fuori difensivo, ed in questo Davis è stato assolutamente perfetto.

QUI HEAT

La serie dei Miami Heat è durata fino al 28-15 del primo quarto di gara 1. Ma cosa si può dire di negativo alla splendida pattuglia allenata da coach Spoelstra, che sta confermandosi, se mai ce ne fosse stato bisogno, allenatore di grandissimo livello. Miami ha giocato le sue partite. Certo gli infortuni di Goran Dragic e di Bam Adebayo potrebbero aver pesato in gara 2, anche se entrambi i problemi fisici sono insorti in gara 1 quando i buoi erano già abbondantemente scappati dalla stalla. Certo Gara1 è stata un inopinato massacro, ed il risultato finale con uno scarto inferiore ai 20 punti si è concretizzato solo grazie alle lunghe e consentite pause dei Lakers nel quarto periodo. Diversa è stata Gara2, dove, malgrado il risultato comunque negativo, qualcosa di positivo ha lasciato intravedere.

Jimmy Butler si è issato a leader e trascinatore della squadra, mostrando la faccia giusta ai compagni, ed agli avversari. Si è battuto , oltretutto senza inciampare nei suoi difetti, ma mantenendo sempre una concentrazione elevata. Con lui Tyler Herro, primo 2000 e più giovane giocatore della storia a giocare nello starting five nelle Finals, ha mostrato il lato migliore di sè, non solo da un punto di vista realizzativo. Jae Crowder ha fatto il suo, prendendosi i suoi tiri, cercando anche di metterci un po' di sano agonismo e variando le soluzioni offensive.
Poi il trio dei dimenticati: Kelly Olynyk, Kendrick Nunn e Myers Leonard, molto bravi nel farsi trovare pronti dopo aver guardato da un posto privilegiato, la panchina, le finali di Conference. Il canadese ha messo in campo quello che ha e che sa fare. Buona mano, difesa rivedibile ma mettendoti le mani addosso riesce ad essere fastidioso, soprattutto poca paura di sbagliare. Così come Nunn, che ha trovato punti e giocate interessanti. Ed anche Leonard si è messo velocemente in partita, almeno offensivamente, perché in difesa ha fatto il casellante in sciopero. Purtroppo le dolenti note si sono materializzate in Duncan Robinson e, in parte, Andre Iguodala.

Robinson è un micidiale tiratore, il suo compito è quello. Il 2/10 nelle due partite, con tiri presi sempre in difficoltà causa difesa Lakers, ma soprattutto la faccia di quello che si sente già battuto è la risposta a come ha giocato. Sotto quello che ci si aspettava. Così come il veterano a questo livello giunto alla sesta finale consecutiva. In memoria una terrificante schiacciata a rimbalzo offensivo nel momento di massimo splendore Heat e pochissimo altro. Troppo poco da quello che dovrebbe dare l’esempio, specie in difesa. E le poche volte che si è misurato contro il suo rivale di sempre in cinque delle ultime sei Finals il confronto è stato impietoso.

Spoelstra ha provato anche la zona per tanti minuti in Gara2, scommettendo contro le percentuali dei tiratori di L.A ed in parte aveva avuto anche ragione, solo che si è trovato senza risposte quando Vogel ha cambiato il modo di attaccarla, con i tagli e con l’uomo nella zona della lunetta.
Ma gli Heat se non hanno mai mollato in gara 2, altrettanto non hanno mai fatto pensare di poter ribaltare l’inerzia. In definitiva queste due partite ci portano ad una gara 3 che sarà decisamente decisiva, scusate l’ovvietà. Certo, diciamo che, al netto del recupero degli infortunati, ma su Dragic ho serissimi dubbi, i demeriti Lakers dovrebbero pareggiare i meriti Heat per riaprire una serie che sembra chiusissima.

A domenica notte per avere le risposte di rito

GARA DATA ORA PARTITA RISULTATO
1 30/9 3:00 Lakers - Heat 116-98
2 2/10 3:00 Lakers - Heat 124-112
3 4/10 1:30 Heat - Lakers  
4 6/10 3:00 Heat - Lakers  
5* 9/10* 3:00* Lakers - Heat*  
6* 11/10* 1:30* Heat - Lakers*  
7* 13/10* 3:00* Lakers - Heat*  

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