LBA 2020/21, Azzurri in ascesa tra conferme e speranze
Quest'anno molti nuovi (e non) giovani italiani hanno avuto la possibilità di giocare, vediamo come stanno andando finora.
Quest'anno molti nuovi (e non) giovani italiani hanno avuto la possibilità di giocare, vediamo come stanno andando finora.
Il campionato di Serie A oggi vede una netta favorita ma nel rush finale tutto può ancora succedere (CLICCA QUI per leggere il Focus), una delle note più piacevoli sono gli Azzurri che tra conferme e novità si stanno mettendo in mostra.
Marco Spissu (Dinamo Sassari)
Sassari è in un ottimo periodo di forma in campionato, le 7 vittorie filate hanno permesso alla squadra di coach Pozzecco di ottenere il secondo posto a pari merito con Venezia, Brindisi e Virtus, tutte a quota 24 punti. La coppa Italia è stato un passo falso che poteva capitare (ed è capitato) a chiunque, ma tutto sommato dopo l'avvio un po' titubante la Dinamo sta dimostrando di valere quanto le altre compagini vicine in classifica.
L'uomo al comando è Marco Spissu, che si sta dimostrando sempre di più l'uomo chiave su cui contare, per lui le medie sono di 12.6 punti, 4.2 rimbalzi e 6.4 assist a partita in quella che potremmo definire la sua miglior stagione, ha formato una grande intesa nell'asse con Miro Bilan, coppia più efficiente del campionato con 30.2 punti di media a partita e 15,8 di plu/minus.
Nel corso degli ultimi 4 anni la sua crescita è stata esponenziale, complice anche l'arrivo in panchina di Pozzecco, con cui si è creato un legame indissolubile che gli ha permesso di elevarsi sia dal punto di vista tecnico-tattico, dove oltre a essere un tiratore affidabile ha raggiunto una visione di gioco ottima, sia dal punt di vista umano e morale.
Nella bolla di Perm, dove l'Italbasket ha avuto non poche difficoltà, ha dimostrato ancora una volta di essere il miglior play italiano, è stato sempre in campo durante i parziali o i momenti chiave, si è caricato più volte la squadra sulle spalle (canestro del pareggio con l'Estonia) e ha portato a casa, oltre a una grande esperienza, 15.3 punti, 2.0 rimbalzi e 7.7 assist.
Stefano Tonut (Reyer Venezia)
Tonut è alla prima stagione senza nessun infortunio (per ora) e finalmente stiamo avendo la possibilità di vedere tutto ciò che sa fare, per ora il suo tiro, il suo ball-handling, la sua scaltrezza e la buona difesa stanno mettendo in difficoltà tutti gli esterni di ogni squadra.
In attacco quando si accende riesce a fare quello che vuole e finora anche con ampio profitto, per lui 14.8 punti, 4.0 rimbalzi e 2.8 assist di media.
Il figlio d'arte sta migliorando a vista d'occhio e sta diventando uno di quei giocatori all around, capaci di fare tutto, d'altronde il merito va anche al coach Walter De Raffaele che ha sempre creduto in lui puntando sul talento nativo di Cantù di anno in anno.
Le sue caratteristiche gli permettono di essere duttile, impiegato sia da play che da guardia, le responsabilità non gli pesano e prima dell'arrivo di Wes Clarke, con l'assenza di una riserva di Andrea De Nicolao (escluso l'acerbo Casarin), le sue capacità offensive sono state fondamentali in ogni partita.
La mancata convocazione a Perm ha fatto discutere, forse anche troppo, ma siamo sicuri che sia un elemento imprescindibile per la nazionale e che quando conta si farà trovare pronto, come ha sempre fatto.
Alessandro Pajola (Virtus Bologna)
Pajola ha seguito analogamente il processo di Tonut a Venezia, il classe 99' è cresciuto nelle giovanili della Virtus e ci ha impiegato anni per ritagliarsi un posto in prima squadra.
Già nella lista prima della retrocessione, Pajola ha lavorato sodo per essere dove si trova ora, potremmo definirlo il tipico giocatore che ci mette tanta energia e che ottiene pochi risultati, ma sbaglieremmo perché ormai si è allenato con campioni del suo ruolo come Teodosic e Markovic che gli anno tramandato l'arte del passaggio e di tenere sempre a mente cosa succede nel campo.
L'altro suo punto di forza è la difesa e il ritmo, abilità sulle quali si basa il suo gioco, ma non dobbiamo dimenticare il buon tiro che ha messo su solo ultimamente e che gli ha permesso di non essere più battezzato dagli avversari. La sua assenza si è sentita molto nelle ultime uscite dei bianconeri a conferma di come sia importante il suo contributo su ambedue i lati del campo come scritto nel Focus dedicato.
Giordano Bortolani (Pallacanestro Brescia)
Bortolani è alla prima vera esperienza in Serie A, dopo aver firmato il quinquennale con Milano è andato dritto in prestito a Brescia, dove si sta ritagliando tanti minuti e dove si sta prendendo tante responsabilità.
Durante la sua stagione c'è stato un sali e scendi di rendimento tipico dei giovani, ma quando la giornata è quella buona riesce a guidare i suoi (alla straordinaria età di 20 anni), come ha fatto contro la Virtus Bologna (23 punti), le sue medie sono di 10.7 punti, 1.2 rimbalzi e 0.3 assist.
In nazionale ha progredito nel suo processo di crescita facendo vedere tante cose buone, per lui 9.0 punti (70% dal campo), 2.0 rimbalzi, +1.5 di plus/minus in 15 minuti di impiego, i sui punti di forza sono l'esplosività, la tecnica e la velocità unita a un buon killer instinct, ma pecca ancora nella metacampo difensiva.
Per lui la strada è ancora lunga ma finora siamo sicuri che abbia scelto quella giusta.
Riccardo Visconti (Happy Casa Brindisi)
Visconti è cresciuto nelle giovanili della Reyer e dopo l'esperienza in A2 a Verona e a Mantova quest'anno è alla prima vera esperienza in A1.
Il talento classe 98' si è rivelato una preziosissima pedina nello scacchiere di coach Vitucci sfruttando la sua tenacia difensiva e tutte le sue doti offensive, possiede un buon tiro coordinato da una grande visione di gioco che gli permettere di leggere molte delle situazioni che gli si presentano.
Le sue medie fin'ora sono di 3.0 punti, 0.5 rimbalzi e 0.5 assist, anche se non mostrano il grande carattere che gli permette di essere decisivo anche nelle partite più importanti, come abbiamo visto alle Final Eight quando ha guidato la rimonta su Pesaro. Le stesse responsabilità le ha prese anche in campionato (vedi vs Venezia) approffittando delle importanti assenze di D'Angelo Harrison o di Derek Willis.
Davide Alviti (Pallacanestro Trieste)
Alviti nonostante la giovane età possiede già una buona esperienza, quest'anno dopo l'esperienza a Treviso il passaggio a Trieste gli ha regalato tanti buoni risultati, le sue medie di 11.3 punti, 5.0 rimbalzi e 1.3 assist parlano chiaro, il suo contributo si sta rivelando fondamentale nei meccanismi della squadra di coach Dalmasson, allenatore molto tattico, che gli ha ritagliato un ruolo da specialista (miglior tiratore da tre con il 49,3%).
A Perm l'esperienza con l'Italbasket, anche se poco produttiva, gli ha permesso di crescere nella consapevolezza delle sue capacità, che finora paiono molto chiare: grande tiratore (anche quando lo spazio è minimo!), ottimo posizionamento e buone letture; Di strada ne ha ancora davanti e le prospettive, soprattutto con la sorprendente Trieste, sono ottime.
Gabriele Procida (Pallacanestro Cantù)
Procida è cresciuto nelle giovanili canturine e giusto l'anno scorso ha esordito nella squadra di coach Pancotto, ma è quest'anno che il classe 02' è entrato appieno nelle rotazioni di Cantù dimostrando tutto il suo talento.
Procida ha avuto una grande crescita dall'anno passato e dopo partite di carattere (qualità che non è mai mancata al giocatore), è diventato un giocatore chiave puntando sul tiro (principale scelta offensiva) e sulla velocità. Anche per lui però il lavoro da fare è nella metacampo difensiva, dove lascia ancora molto a desiderare. Nonostante tutto le sue medie hanno avuto un grande incremento, per lui 6.7 punti, 2.2 rimbalzi e 0.5 assist a partita.
L'enorme exploit è stato premiato con la convocazione in nazionale, con la quale a Perm ha realizzato 5.0 punti (50% dal campo), 1.0 assist, 1.5 rimbalzi in 12 minuti di impiego.
Menzione d'Onore
Matteo Fantinelli, classe 93' in forza alla Fortitudo Bologna, ha dimostrato e sta dimostrando le grandi doti che lo contraddistinguono in cabina di regia.
La grande visione del gioco, le buone letture, la leadership e la dedizione difensiva sono le qualità che gli hanno permesso, nel corso di tutte le 3 stagioni passate a Bologna, di confermarsi l'uomo della effe e il tipico beniamino dei tifosi.
Nell'ultimo periodo ha migliorato anche il tiro, suo punto debole per diverso tempo, ma l'infortunio che gli ha permesso di giocare soltanto 12 partite ha rallentato il processo di crescita che stava ottenendo fino a metà Ottobre, dove le sue medie erano di 13.7 punti, 5.0 rimbalzi e 5.0 assist di media.
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