We're Talking 'Bout: Season 1971/72
Sembra un inzio già scritto ma in quegli anni la crescita della NBA era un dato di fatto assodato. Walter Kennedy non viene ricordato per come si meriterebbe, come quel Commissioner che portò nel futuro la lega. In un periodo difficile, politico ed economico. Poi certo la fortuna ha sempre un discreto peso in queste situazioni. Perchè la fine dell'era Wilt vs Bill sembrava del tutto indolore e facilmente superabile, grazie alla quantità continua di talenti che arrivavano nella lega. Il nuovo cavallo da cavalcare era Kareem Abdul Jabbar, diventato così all'anagrafe il 1 Maggio 1971. Lui ed i suoi Milwaukee Bucks sembravano pronti per creare una nuova dinastia.
La off season del 1971 sembrava poter essere tranquilla. Intanto si era svolto il draft come sempre a New York in due giorni, 30 e 31 Marzo. Lancio della monetina che premiò i Cleveland Cavs, che scelsero uno dei più forti e talentuosi attaccanti mai visti nel college basket fino ad allora, Austin Carr, guardia da Notre Dame. Alla #2 i Portland Trail Blazers chiamarono Sidney Wicks, PF di scuola UCLA, con la #3 i Buffalo Braves Elmore Smith C. Curiosità: alla #106 i Braves scelsero Randy Smith, che giocò 906 partite consecutive nella lega, record assoluto battuto da A.C. Green nel 1997, e fu il primo giocatore NBA a firmare un contratto con una squadra della National American Soccer League, anche se non riuscì mai a giocare una partita per il veto impostogli dalla lega. Come sempre fu un draft strano e per noi italici in futuro anche curioso.
Questo perché parecchie prime e seconde scelte finirono con il calcare i nostri parquet, da Charlie Yelverton a Willie Sojourner, da John Roche a Cliff Meely. Poi perché alla #30 i Buffalo Braves chiamarono Spencer Haywood. Tutto bene? Anche no, perché Haywood risultava essere già a roster con i Seattle Supersonics dalla fine della stagione precedente. Ed era stata una lunga battaglia legale come abbiamo visto nella puntata precedente. Ma Kennedy la sconfitta se l'era legata al dito, ed aveva deciso di mettere Haywood nel draft comunque. Fortunatamente i due owner delle franchigie interessate trovarono un accordo economico che evitò un'altra diatribe legale.
Ma quello sgarbo venne preso malissimo da Sam Schulman, il proprietario dei Sonics. Che iniziò una campagna tesa ad avvicinare le due leghe, iniziando una sorta di riconoscimento della ABA che Kennedy non voleva per niente. Così sulle scrivanie dei proprietari della lega iniziarono ad arrivare proposte di ogni tipo per organizzare partite interlega. Sorprendentemente, per il Commissioner, la stragrande maggioranza dei proprietari rispose positivamente all'idea di Schulman, ed il 21 settembre 1971 i Milwaukee Bucks affrontarono i Dallas Chapparals, vincendo 106-103. Fu la prima di una lunga serie di sfide, che videro sempre la contrarietà dei vertici della lega.
Nel frattempo altre cose erano accadute. A San Diego le cose non stavano andando economicamente bene. Robert Breitbard non aveva avuto la risposta di pubblico ed anche risultati sportivi. Per cui aveva deciso di vendere. E nell'estate del 1971 dal Texas arrivò la proposta da parte di Wayne Duddelstone e Billy Goldberg di spostare la franchigia a Houston, versando per il disturbo 5,6 Mln $. Così i Rockets si spostarono a Houston, con la benedizione di Kennedy che vedeva nascere una franchigia nel ricco Texas. In quella estate anche i Warriors traslocarono. Andando al di là del Golden Gate. Spariti gli Oakland Oaks della ABA rimaneva libera la Oakland-Alameda County Coliseum Arena, più moderna e funzionale, e con un pubblico più caldo. I vertici della franchigia decisero di cambiare il nome della squadra in Golden State Warriors, questo perché la loro idea originale era quella di farla diventare la squadra simbolo della California. Ma alla fine le partite casalinghe vennero giocate tutte ad Oakland, tranne sei che si disputarono a San Diego, ottenendo pochissimo successo di pubblico.
Poi Kennedy poco prima dell'inizio della regular season, lanciò un nuovo marchio NBA, sulla scia di quello della MLB, stilizzando l'immagine di un giocatore. Venne scelto Jerry West, e questo è ancora il marchio attuale.
Tutto era pronto, ed il 12 Ottobre 1971 i Buffalo Braves ospitarono i Seattle Sonics per l'opening game. Le regole erano rimaste le stesse, quattro Division, due Conference, le prime due per Division ai playoff.
Eastern Conference: nella Atlantic Division i Boston Celtics tornarono a fare i Boston Celtics, 56-26 e testa di serie #1 della Conference. Coach Tom Heinshon ed il G.M. Red Auerbach erano riusciti a ricostruire una franchigia vincente. Il vecchio John Havlicek ed i giovani JoJo White e Dave Cowens, i leader, Don Nelson, Don Chaney e Tom Sanders i collanti preziosi. Dietro loro i New York Knicks, 48-34 e #3 sul tabellone. Red Holzman operò tantissimo sul mercato. In estate era arrivato Jerry Lucas dagli Warriors in cambio di Cazzie Russell. Poi dopo un mese scarso di regular season, il colpaccio, con la trade che portava in maglia Knicks Earl Monroe. Che con Walt Frazier dava vita ad un duo di guardie da sogno. Solo che gli infortuni falcidiarono il roster, Wills Reed giocò soltanto 11 partite di stagione regolare, lo stesso Monroe solo 60. Ed anche Bill Bradley e Dave DeBusschere sembravano iniziare il viale del tramonto. Nella Central i Baltimore Bullets con un record negativo, 38-44, vinsero la Divison e presero la #2. Gene Shue dovette operare modifiche al suo gioco, sempre il totem Wes Unseld sotto le plance, Archie Clark e Jack Marin a tenere le redini dell'attacco. La squadra doveva ricostruirsi un futuro velocemente. Secondi in Division e #4 in conference i soliti Atlanta Hawks. 36-46, e coach Richie Guerin con Walt Bellamy e Lou Hudson in versione pretoriani, mentre il giovane talento Pete Maravich fece una stagione altalenante, vittima anche di un infortunio.
Western Conference: Pacific Division=Los Angeles Lakers. Dei dominatori assoluti. 69-13 il record, che rimase tale fino ai Bulls di Jordan. 33 vittorie consecutive da Novembre 1971 a Gennaio 1972, striscia tutt'ora imbattuta. Il tutto con il ritiro dopo un mese di regular season di Elgyn Baylor. Ma Wilt Chamberlain giocò un basket incredibile a 35 anni. Solo per la squadra, lasciando spazi incredibili a Jerry West e Gail Goodrich. Ed anche Happy Hairston e Jim McMillian furono decisivi e fondamentali. Era arrivato un nuovo coach che aveva portato la sua mentalità vincente al gruppo, Bill Sharman, che vinse il premio come Coach Of The Year. West giocò come mai aveva fatto, e vinse il premio di MVP dell'All Star Game. Dietro loro nella Division ma #4 nella Conference i Golden State Warriors, 51-31. Coach Al Attles aveva trovato un trio meraviglioso con Nate Thurmond, Jeff Mullins ed il neo arrivato Cazzie Russell. Nella Midwest i Milwaukee Bucks di coach Larry Costello vincenti e #2 sul tabellone, 63-19. Jabbar dominatore assoluto del pitturato, 34.2 ppg., 16,6 rimb., MVP della regular season. Anche Oscar Robertson di fianco a lui sembrava ringiovanito, e Bob Dandridge non smetteva di segnare da fuori. Dietro loro e #3 i Chicago Bulls, 57-25. Coach Dick Motta a guidare la solita squadra dura e coriacea con il solito trio, Bob Love, Jerry Sloan e Chet Walker. Ad ovest andò anche il Rookie Of The Year, Sidney Wicks.
Ad est i playoff videro i Celtics eliminare Atlanta 4-2, con qualche problema di troppo contro le guardie Hawks, ed i Knicks sbarazzarsi sempre 4-2 i Bullets, troppo squadra New York per Unseld e compagni. La finale di Conference vide il successo molto facile dei Knicks, che si imposero 4-1 grazie ad un Frazier super, coadiuvato da Lucas, Monroe e dai ritrovati Bradley e DeBusschere. I Knicks malgrado l'assenza di Reed tornavano alle Finals.
Ad ovest fu un primo turno facile per Bucks, 4-1 su Golden State con Jabbar infermabile, e Lakers, 4-0 sui Bulls con Goodrich e West immarcabili. La finale di Conference della Western si annunciava come una battaglia vera. I Bucks sbancarono il Forum con un Jabbar da 40 punti, poi in gara due un grande McMillian ne mise 42 salvando i Lakers. Poi una vittoria per parte a in Wisconsin, e fattore campo rispettato a L.A.. Gara 6 venne decisa da un grande Jerry West e dalla difesa encomiabile di Chamberlain su Jabbar nel quarto periodo, oltre che dall'assenza di Robertson. 4-2 Lakers e Finals.
Knicks vs Lakers.
Una rivincita secondo alcuni, un business da cavalcare secondo la NBA. Ma Wilt aveva deciso che voleva un secondo anello e giocò cinque gare da vecchi tempi, anche offensivamente. Dopo aver perso gara 1 in casa i Lakers si affidarono al loro centrone, che chiuse la serie con 20 ppg. E 23,4 rimb., tirando con il 66% dal campo. 4-1, anello e premio di MVP delle Finals. I Lakers tornavano campioni NBA. Jerry West disse: “incredibile come abbia giocato male queste Finals ma le abbia vinte, questo perché finalmente siamo una squadra”.
Arrivederci alla prossima puntata
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