Hard Drive Team 2019/20: Chicago Bulls

Un’altra squadra in odore di rebuilding, che ha, quanto meno, delle certezze da cui partire e che potrebbe ritrovare la strada smarrita in breve tempo. Ci occupiamo oggi dei Chicago Bulls Ai Chicago Bulls il futuro dovrebbe iniziare a fare meno paura già da questa stagione. Chiusa la scorsa travagliata regular season con un record di 22-60, la squadra dell’Illinois si affaccia a questa nuova annata sportiva con speranze decisamente più rosee rispetto alle due stagioni precedenti. Il progetto per il futuro sta prendendo forma, malgrado la stagione passata sia stata fortemente negativa. Comunque si sta puntando sui giovani, su talenti che possano avere caratteristiche simili, e che insieme possano crescere per creare un gruppo vincente. Se poi in futuro si dovesse riuscire a mettere le mani su un big meglio, ma per il momento la rotta è tracciata. Ed è sicuramente una sorta di scommessona, ma meno al buio di quanto si possa pensare. E’ molto chiaro che non si parla di diventare vincenti oggi, e forse nemmeno domani. Ma di creare una condizione fondamentale per poter avvicinarsi alle posizioni che contano. A Chicago pensano di essere sulla strada giusta, il roster è giovane, con fondamentalmente un solo veterano di medio livello, ma ha giocatori che possono legarsi bene tra di loro per iniziare il cammino di rinascita. COACH: E tutto come sempre inizia dall’head coach. In questo caso il confermato Jim Boylen. Arrivato a Dicembre 2018 per sostituire Hoiberg, ha avuto un notevole impatto sui giovani Bulls. E se all’inizio le cose sembravano non andare benissimo, il finale di stagione ha fatto rivalutare il lavoro di un coach che ha fatto una lunga gavetta da assistant, e che è sempre stato apprezzato nelle organizzazioni in cui ha lavorato, in primis da coach Popovich. Sa come si lavora per creare gruppi vincenti, e questo è importante quando si deve lavorare con dei giovani, in una situazione in cui vincere è decisivo. CONFERMATI: Iniziamo da Zach Lavine, che sarà il go to guy della squadra. Giocatore spettacolare, che deve ancora crescere, specie alla voce scelte con la palla in mano, ma che ha tanti punti nelle mani e leadership quando serve. Riuscisse anche a giocare una stagione completa sano sarebbe gran bella cosa. Discorso valido anche per Lauri Markkanen. Il ragazzo ha un talento feroce per questo sport, ed è molto vicino a diventare un All Star, ricordano molto un tedesco di Wurzburg per come gioca. Se non dovesse subire infortuni è uno da doppia doppia a sera, senza problemi. E che coppia formerà con Wendell Carter Jr. già lo scorso anno qualcosa si è visto. Il prodotto di Duke ha disputato un’ottima stagione da rookie, senza strafare ma facendo il suo. Giocatore tecnico e di grande intelligenza. Kris Dunn ha trovato ai Bulls la sua dimensione. Point guard con anche punti nelle mani, si è preso il posto nello starting five e difficilmente lo perderà, dovesse continuare su quanto fatto vedere la scorsa stagione. Otto Porter Jr. è arrivato a Febbraio via trade dai Wizards, e si è inserito velocemente nei meccanismi di coach Boylen. Punti, rimbalzi, difesa e tanto dinamismo, sia che parta titolare o dalla panchina. Sarà interessante vederlo da subito in questo contesto. Denzel Valentine ha perso tutta la stagione scorsa, ed è sperabile per lui e per i Bulls che in questa stagione sappia e possa essere pronto. Giocatore di quelli sempre utili nei roster per le infinite cose che sanno fare in campo. Cristiano Felicio è rimasto, piace per l’energia che mette sul parquet e spazio lo troverà sicuramente. Si attende qualcosa di positivo anche da Chandler Hutchison, che non aveva iniziato male la stagione scorsa da rookie, ma che si è infortunato a Gennaio e non si è più rivisto. NUOVI ARRIVI: Iniziamo anche per i Bulls dal draft. Con la #7 è arrivato Coby White, guardia da North Carolina. Giusto per non mettergli pressione i giornali di Chicago hanno tenuto a ricordare che non veniva scelto dai Bulls al primo turno un giocatore dei Tar Heels dal draft del 1984, già esattamente Lui.... White è un giocatore dotato di buon fisico, che predilige giocare da playmaker, con punti nelle mani. Per certi versi, personalità e tempi di gioco, è parso già pronto per il proscenio della NBA. Il campo dovrà dirci qualcosa di più. Con la #38 è stato scelto Daniel Gafford, lungo dinamico che può giocare sia PF che centro. Difensore di discreta fattura, è una sorta di Carter Jr. con meno punti nelle mani. Ma un occhio di riguardo glielo butterei. Dalla free agency ci si è portati a casa Thaddeus Young. Veteranissimo,con quella che sta per iniziare fanno quattordici stagioni nella NBA, porterà nello spogliatoio Bulls oltre a quell'esperienza necessaria, anche leadership, voglia di difendere, punti e rimbalzi, che male non fanno. Altro arrivo nel settore lunghi è Luke Kornet. Giocatore capace di mettere in campo sempre qualcosa di utile, da back up per i centri ha dimostrato di poter stare su un parquet di questa lega. Altra new entry è il ceco Thomas Satoransky. Tecnica tanta, continuità un attimino meno. Di sicuro una buona addizione in uscita dalla panchina. DUE PAROLE SU: Le spendiamo su Ryan Arcidiacono. In molti non pensavano che potesse dare un apporto in questa lega. Ed invece ha fatto vedere cosa significa credere nei propri mezzi ed avere volontà. Giocatore di intelligenza superiore, avrà molto spazio in questi Bulls. PCT. PLAYOFFS: 45%- Altra squadra che potrebbe essere una mina vagante in una Eastern Conference in cerca di padroni. Non da vertice ma da lottiamo fino alla fine per un posto nelle otto potrebbe anche diventarlo.

Arrivederci a domani con gli Atlanta Hawks


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