Icone del 2024: la nostra Top 5

L'anno solare è agli sgoccioli e questa volta stiliamo i 5 giocatori che hanno lasciato il segno in questo 2024

Scritto da FMB  | 

L'anno solare è agli sgoccioli e questa volta stiliamo i 5 giocatori che hanno lasciato il segno in questo 2024.

Ultime ore dell'anno solare 2024 e la redazione di Basketball-Evolution ha voluto stilare la Top 5 dei giocatori che hanno lasciato il segno tra Serie A, NBA, Olimpiadi e anche NFL. 

Top 5 icone 2024

Stephen Curry (Team USA)

L'immagine della “Night Night” della finale olimpica per spegnere le speranze della Francia e regalare l'oro a Team USA è forse l'immagine più iconica della grande carriera di Wardell e sicuramente la foto dell'anno cestistico 2024.
Per vincere i Giochi di Parigi 2024 gli Stati Uniti hanno avuto bisogno delle loro tre leggende generazionali quali LeBron James, Kevin Durant e Stephen Curry per domare l'ormai consolidato strapotere Europeo, LeBron & KD avevano già messo le loro firme tra Pechino, Londra e Rio e questa volta è stata la volta di Steph.
La stella dei Warriors voleva esserci a tutti i costi perché nella sua vasta bacheca vantava già l'oro Mondiale ma non quello olimpico e se lo è preso a modo suo; quella raffica di triple nel finale compresa quella del KO sono la fotografia di uno dei più grandi giocatori della storia.

Nikola Mirotic (Olimpia Milano)

È stato il colpo di mercato dell'estate 2023, l'infortunio lo ha tenuto fuori nella parte centrale della stagione con Milano costretta ad alzare bandiera bianca nella sua caccia ai Playoffs di Eurolega ma nelle finali scudetto Nikola Mirotic ha ricordato a tutti il suo valore. L'ex Barcellona ha faticato nelle prime due partite alla Segafredo Arena ma tornato al Forum è stato un fattore: 21 punti per 27 di valutazione in G3 e poi la mostruosa prestazione nella decisiva G4 al Forum è da 30 punti, 12 rimbalzi, 12 falli subiti per 47 di valutazione con tanto di MVP delle finali.
Non è stata una stagione semplice per Mirotic tra lunghi istop, recuperi, la convivenza con Nik Melli non semplice sul piano tattico e anche critiche sulla poca continuità ma alla fine, nel momento della verità, l'ex Bulls è stato decisivo.

Kostas Sloukas (Panathinaikos)

Il fine giustifica tutti i mezzi. Questo sarà stato il pensiero di Kostas Sloukas nel momento in cui ha vinto la sua quarta Eurolega in carriera diventando per la prima volta l’MVP delle Final 4 della massima competizione europea.
Lasciare l’Olympiacos con il quale ha esordito tra i professionisti e vinto 2 edizioni del torneo per finire con i cugini biancoverdi non è stata certamente una scelta popolare, ma Kostas ha avuto il coraggio di puntare tutto sul progetto di Ataman pur sapendo che sarebbe diventato lo zimbello dei tifosi biancorossi in caso di fallimento.
Gli infortuni non gli hanno danno pace per tutta la durata dei playoff e anche in semifinale il suo apporto (4 punti,3 assist) non è stato dei migliori, ma poi è arrivata la finale col Real Madrid e Kostas, partendo dalla panchina, ha sfornato una prestazione maestosa. Quei 24 punti senza errori dal campo, incoronati dalle 2 triple consecutive decisive, hanno spezzato le gambe della corazzata spagnola incoronandolo Re d’Europa. In una sola serata è riuscito sia a diventare il secondo giocatore a vincere l’Eurolega con 3 squadre diverse (Olympiakos, Fenerbahce, Panathinaikos) dopo Sarunas Jasikevicius sia a zittire tutte le critiche cementificando il suo status di leggenda.

Jaylen Brown (Boston Celtics) 

I Boston Celtics si sono laureati campioni NBA, alzando così il 18° stendardo del TD Garden. Un digiuno infinito per la franchigia che, assieme ai Los Angeles Lakers, è la più vincente nella storia della Lega. Dopo ben sedici anni dallo squadrone con Paul Pierce, Kevin Garnett, Ray Allen e Rajon Rondo, i bianco-verdi hanno trovato nei due “Jay” la forza di battere i Dallas Mavericks alle Finals per 4-1. Se Jayson Tatum è la nuova faccia della NBA, il giocatore più rappresentativo di questi Celtics, il titolo di MVP alle Finals se lo è aggiudicato Jaylen Brown. Il #7 di Boston ha giocato una serie finale incredibile, trascinando i suoi e “rubando” la scena al compagno di reparto, prendendosi così un titolo più che meritato.
Brown è il simbolo di cosa vuol dire saper costruire un giocatore nel tempo e cosa vuol dire lavorare incessantemente per migliorarsi partendo già da un'ottima base: migliorato come difensore, migliorato come attaccante, migliorato come leader e oggi è uno dei simboli non solo dei Celtics attuali ma della storia della franchigia. Lui (e anche Tatum) era in campo negli anni delle amare sconfitte subite contro LeBron, contro Miami (da 0-3, 3-3 e ko in G7), contro i Warriors alle Finals, anni di amarissimi bocconi amari da mandare già che però lo hanno portato ad essere uno dei giocatori più forti della Lega…e quella discutibile non convocazione alle Olimpiadi ha gettato ancor più benzina sul fuoco.

Caitlin Clark (Indiana Fever)

Siamo stati testimoni della rivoluzione. Non c'è atleta di nessuna disciplina che abbia segnato il 2024 (e non solo) come Caitlin Clark: dai record leggendari al College all'impatto GENERAZIONALE che lei e altre matricole della classe Draft 2024 hanno avuto sulla WNBA.
La Clark ha messo per davvero sulla mappa la WNBA, oltre alla prestazioni superlative condite da record All-Time in sequenza (Punti in stagione per una matricola, triple in una stagione per una matricola, prima matricola a fare una tripla doppia, prima matricola con almeno 350 punti, 100 rimbalzi e 150 assist in una stagione per citarne alcuni) che l'hanno portata a vincere il titolo di Rookie Of The Year all'unanimità oltre a riportare le Fever ai Playoffs (dopo 7 anni), Caitlin ha segnato un punto di svolta storico per la Lega dentro e fuori dal campo: tra biglietti venduti, palazzi pieni (+50% per Indiana l'aumento è stato del 319%), merchandising a ruba e ascolti TV alle stelle. Cam Newton ha azzardato che nei prossimi anni la WNBA potrebbe battere gli ascolti ed il seguito della MLB, un'affermazione forte ma il “colpo” che la Clark ha dato in questa stagione può davvero diventare l'inizio dell'ascesa della Lega femminile.

Patrick Mahomes (Kansas City Chiefs)

Per un attimo ho pensato di mettere come personaggio 2024 NFL qualcun altro. Josh Allen sta guidando i suoi Bills con una leadership ed un'efficienza mai vista; Lamar Jackson è sempre il solito fulmine che sa farti male con il braccio ma che con le sue corse è il vero terrore delle difese NFL; Jared Goff e i suoi Lions stanno vivendo una stagione da favola. Poi però ho riflettuto dieci secondi e sono tornato sull'inevitabile #15. A 29 anni appena e tre anelli già al dito, uno potrebbe aspettarsi una stagione magari sottotono o con la pancia piena; magari con il pensiero al terzo figlio in arrivo a Gennaio o con la prospettiva di nuovi sviluppi commerciali della sua figura. 
E invece l'ex Texas Tech è ancora lì a macinare vittorie su vittorie: è vero che quest'anno la difesa dei Chiefs è stratosferica e lo stesso #15 non è in formato MVP come negli scorsi anni ma poi chi mette i punti sul tabellone, chi disegna il drive vincente dopo magari una partita sottotono, chi contagia tutti con il suo atteggiamento sempre positivo è proprio Mahomes. Il 2024 si è aperto con la W del suo terzo SB contro i Niners e si chiude con i Chiefs sul 15-1, con il seed #1 in cassaforte e con il fattore campo a favore per tutti i playoff. Nessuna squadra ha mai fatto un three-peat in era Superbowl (quasi 60 anni) e se c'è qualcuno che può scrivere la storia è proprio Patrick da Tyler, Texas

Menzioni d'onore

Kyrie Irving (Dallas Mavericks): Il “nemico pubblico” numero 1, quello cancerogeno massacrato dai media, quello che “a Dallas con Doncic non potrà mai funzionare”, ha zittito tutti aiutando i Mavs a tornare alle Finals ricordando che è ancora uno, se non IL, miglior point guard della Lega. Le sue giocate da “Uncle Drew” e quelle clutch hanno riconquistato l'affetto dei tifosi che adesso stanno tornando ad amarlo per quello che è: un giocatore unico.

Marco Belinelli (Virtus Bologna): MVP del campionato 2023-24 a 38 anni in una stagione semplicemente pazzesca. La Virtus ha alzato solo la Supercoppa ma la squadra di Banchi ha regalato meravigliose notti europee con il veterano azzurro sempre protagonista; Beli si è affermato (se mai ce ne fosse stato bisogno) come uno dei migliori tiratori della storia dell'Eurolega facendo impazzire tutte le migliori difese con triple, giochi da 4 punti e liberi scippati con astuzia da manuale.


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