Al suo secondo anno da Commissioner,
Larry O'Brien dovette, nella off season 1976, affrontare il problema legato al fallimento della lega rivale, la
ABA. Il crollo economico della ABA era iniziato già un paio di stagioni prima, ma si era completato durante la stagione 1975/76. Alla fine solo sei squadre si erano salvate dal fallimento, ma non essendoci più le condizioni per poter giocare nella ABA, avevano chiesto di essere assorbite dalla
NBA. Ma di queste solo quattro disponevano dei requisiti di solidità economica necessari per poter essere ammesse nella lega.
Le quattro squadre scelte furono:
New York Nets,
Denver Nuggets,
Indiana Pacers e
San Antonio Spurs. Rimasero esclusi i
Kentucky Colonels ed i
Saint Louis Spirits. Le quattro franchigie scelte dovettero, però, versare 3,3 mln $ l'una alla lega per entrare tra le elette, mentre ai proprietari dei Colonels e degli Spirits venne offerta quasi la stessa cifra in cambio dello scioglimento della franchigia. I Colonels si sciolsero, mentre i fratelli Silna, proprietari dei Saint Louis Spirits, per chiudere la baracca negoziarono con la lega un accordo sui diritti televisivi con valenza praticamente eterna, e di questo ce ne occuperemo prossimamente.
Tutti felici???? si, ma anche no, soprattutto a New York, dove a dar fastidio a dei Knicks in fase calante, arrivavano dei Nets che nella ABA entusiasmavano per gioco e risultati, e che avevano un notevole seguito. Venne così stabilito che i Nets dovevano pagare una sorta di indennizzo ai Knicks, essendo questi arrivati prima nella lega dei rivali. L'indennizzo venne stabilito in ulteriori 3 Mln $. I Nets, in difficoltà a pagare cash la cifra, offrirono la loro stella
Julius Erving ai Knicks, che rifiutarono la permuta. A questo punto si fecero avanti i
Philadelphia Sixers, che versarono ai Nets i 3 mln, consentendogli di pagare l'ulteriore tassa, e si presero
Doc.J. Rimaneva la questione dei giocatori, molti, rimasti senza più un contratto vista la chiusura della lega. Venne così deciso di fare un draft tra i giocatori rimasti in pratica free agent, che si svolse ad Agosto.
Il draft vero si era svolto due mesi prima, l'8 Giugno 1976 a New York. Gli
Atlanta Hawks avevano vinto il fatidico lancio della moneta e si erano aggiudicati la scelta #1, che cedettero però agli
Houston Rockets, che scelsero
John Lucas, talentuosa PG di Maryland. Con la #2 i
Chicago Bulls chiamarono
Scott May, #3
Kansas City Kings-
Richard Washington, #4
Leon Douglas-
Detroit Pistons, #5
Wally Walker-
Portland Trail Blazers, #6
Adrian Dantley-
Buffalo Braves. Altro draft ricco di talenti da ricordare: #8
Robert Parrish-
Golden State Warriors, #12
Terry Furlow-
Philadelphia Sixers, #13
Mitch Kupchack-
Washington Bullets, #14
Larry Wright-
Washington Bullets, #23
Alex English-
Milwaukee Bucks, #25
Lonnie Shelton-
New York Knicks, #29
Dennis Johnson-
Seattle Supersonics, #99
Mike Dunleavy-
Philadelphia Sixers.
O'Brien prese altre decisioni. Intanto con l'aumento delle franchigie a 22 venne stabilito che sei squadre per Conference, quelle con i migliori sei record, andassero ai playoff, con i vincitori delle division esentati dal primo turno. Poi siccome iniziavano ad esserci problemi con il gioco duro e sporco ed anche con le risse dovuto a questo, venne aumentata a 10.000 $ la multa da pagare se si provocava una rissa, più altre punizioni economiche agli eventuali partecipanti, ma con cifre irrilevanti. Anche lo sgomitare per difendersi a rimbalzo venne definito punibile con un fallo. Insomma si cercava di fermare sul nascere un problema che di lì a poco sarebbe diventato molto serio.
Ma a questo punto tutto era pronto, e giovedì 21 Ottobre
Houston Rockets at
Atlanta Hawks iniziava la stagione regolare.
EASTERN CONFERENCE: Nella
Atlantic Division vittoria e miglior record di Conference per i
Philadelphia Sixers di coach
Gene Shue, 50-32. Il roster era già di primissimo livello con
Doug Collins,
George McGinnis,
Steve Mix e la crescita di
Lloyd Free. Ma l'arrivo di
Henry Bibby e soprattutto, come abbiamo visto, di
Julius Erving, tanto per dire
MVP dell'All Star Game, fece fare il salto di qualità necessario per tornare grandi. La squadra correva e segnava tanto giocando in maniera spettacolare. Troppo anche per i
Boston Celtics, campioni in carica, di coach
Tom Heinshon. Posto #4 ai playoff e 44-38. Ma troppi infortuni in giocatori chiave come
Dave Cowens e
Charlie Scott, uniti alla fase calante causa età di
John Havlicek. Il solo
Jojo White, con l'aggiunta dei nuovi
Curtis Rowe e
Sidney Wicks sembrava troppo poco. In questa division solo delusioni per le altre, con
Adrian Dantley dei
Buffalo Braves nominato
Rookie Of The Year. Nella
Central vittoria e size #2 per gli
Houston Rockets, 49-33.
Coach
Tom Nissalke alla prima stagione sulla panchina texana, vincitore del
Coach Of The Year, disponeva di un roster giovane, atletico ed anche tecnico, bel basket offensivo e grande controllo del pitturato.
Rudy Tomjanovich al meglio della carriera,
Calvin Murphy e
John Lucas a spingere transizione,
Moses Malone. Scambiato da tre squadre in due mesi, a prendere tutti i rimbalzi. Ed a completare il roster
Kevin Kunnert, roccioso centro e
Mike Newlin. Dietro loro i soliti
Washington Bullets, 48-34. Nuovo coach,
Dick Motta, ma gioco uguale, basato sui soliti
Elvin Hayes,
Wes Unseld e
Dave Bing, con l'aggiunta del giovane
Mitch Kupchack. Terzi in division e #5 ai playoff i
San Antonio Spurs, neo arrivati dalla ABA, 44-38. Coach
Doug Moe aveva un signor roster, con giocatori di grande livello capeggiati dal meraviglioso attaccante a nome
George Gervin, con
Larry Kenon,
Billy Paultz,
Allan Bristow e
Mark Olberding a far capire alla NBA che anche di là il talento era presente. Ultimo posto utile per i
Cleveland Cavaliers di coach
Bill Fitch, 43-39.
Austin Carr a guidare la squadra offensivamente,
Jim Chones,
Campy Russell e
Bingo Smith a garantire punti, rimbalzi e difesa.
WESTERN CONFERENCE: Nella Pacific Division vittoria e miglior record della lega per i rinati
Los Angeles Lakers, 53-29. Nuovo coach,
Jerry West, chiavi del gioco in mano a
Kareem Abdul Jabbar, altra meravigliosa stagione ed
MVP della Regular Season, e tutti dietro a lui, da
Lucius Allen a
Cazzie Russell, da
Don Chaney a
Kermit Washington. Altre due squadre della division ai play off. Ad iniziare dai sorprendenti
Portland Trail Blazers, 49-33 e prima volta alla post season. Nuovo coach anche qui,
Jack Ramsay,
Bill Walton sensazionale centro bianco maestro dei fondamentali, finalmente sano,
Maurice Lucas, arrivato dalla ABA, a far legna sotto i tabelloni,
Lionel Hollins,
Dave Twardzik, e
Bob Gross a completare una bella squadra. Terzi nella divisione #4 i
Golden State Warriors di coach
Al Attles, 46-36.
Niente di nuovo nella baia a parte
Robert Parrish, troppo giovane per incidere, tutti dietro a
Rick Barry e
Jamaal Wilkes, ma il solo
Phil Smith a mantenere un livello alto. Nella
Midwest Division vittoria sorprendente dei transfughi dalla ABA
Denver Nuggets, 50-32. Coach
Larry Brown aggredì la NBA con il suo basket veloce, duro ed offensivo, con
David Thompson e
Dan Issell a mettere la loro chiara impronta nella lega, con il fenomenale
Bobby Jones, giocava malgrado fosse affetto da epilessia, ed il veterano
Paul Silas. Anche qui due squadre ai playoff, i
Detroit Pistons di coach
Herb Brown, 44-38. Altro maestro di fondamentali in centro,
Bob Lanier, giocatori duri ma anche tecnici come
M.L. Carr e
Chris Ford,
Kevin Porter sano ed a dimostrare di essere un signor PG. Ai playoff #6 i
Chicago Bulls del nuovo coach
Ed Badger, 44-38. Finalmente con un centro,
Artis Gilmore arrivato dal draft ABA, con
Scott May e la sua grande stagione da rookie, con
Norm Van Lier e
Mickey Johnson a prendere il posto di
Bob Love infortunato ed a fine carriera.
PLAYOFF: Ad est primo turno con i Celtics facili vincitori sugli Spurs, 2-0, ed i Bullets che arrivano alla terza per aver la meglio sui Cavs, 2-1. Nelle semifinali di Conference i Rockets vinsero 4-2 contro i Bullets, grazie all'incredibile serie vicino a canestro di Moses Malone, che risultò essere troppo per i vari Hayes, Unseld e Kupchack, aiutato offensivamente da Tomjanovich e Murphy. Nell'altra serie spettacolo in sette partite tra 76ers e Celtics. Sei partite all'insegna dell'attacco e dei punteggi alti, alla settima i Celtics riuscirono ad imporre il loro gioco, duro e lento. Ma dal cilindro Phila tirò fuori Lloyd Free, che insieme ad Erving dominò il quarto periodo per il 4-3 finale. Ed i Sixers entrarono esaltati da quel successo alle finali di Conference, portandosi senza troppo soffrire sul 3-1, prima che Newbill ed il solito Malone portassero i Rockets ad espugnare lo Spectrum. Ma in gara 6 Erving e Collins dettarono legge e Malone venne ridimensionato dalla grande partita del giovanissimo
Darryl Dawkins, vittoria di partita,serie e Finals raggiunte. Nella Western primo turno con i Warriors ed i Blazers che con qualche ansia di troppo riuscirono ad eliminare rispettivamente Pistons e Bulls. Nelle semifinali sette partite tra Lakers e Warriors. Fattore campo sempre rispettato e Jabbar decisivo in gara 7 con i suoi 36 punti. Portland, invece, riuscì ad imporre il suo gioco fisico sui veloci Nuggets, con Walton e Lucas infermabili nell'area dei tre secondi, 4-2 e prime finali di Conference. Che vennero dominate dai Blazers, con Lucas, Hollins e Walton a spazzare via il troppo solo Jabbar, 4-0 e Finals raggiunte.
Philadelphia Sixers vs Portland Trail Blazers, prima volta nella storia della lega.
La velocità di Phila contro la solidità di Portland. Pronti via sembrò non ci fosse proprio serie, Sixers 2-0 facile facile. Ma a Portland tutto cambiò. Qualcuno aveva avuto da ridire su una franchigia NBA in Oregon, oltre che per gli scarsi risultati, anche per un pubblico poco caloroso. Ma le Finals, unito al fatto che tutti i media davano per finita la serie, trasformò un ambiente. A Portland i Blazers scesero in campo feroci e determinati, trasportati da fans calorosi ed urlanti. 2-2 e dominio totale in ogni zona del campo. Ed in gara 5 malgrado un Erving da 37 pt, Bob Gross fece la differenza per i suoi Blazers, che tornarono in Oregon sul 3-2. Ormai era nata la
Blazermania, con le parrucche rosse come i capelli lunghi di Bill Walton, con il termine
“Rip City”, coniato dai fans ogni volta che un tiro entrava nel canestro in modalità nothing but net. Gara 6 vide un'altra prova maestosa di Doc. J., ma Portland era troppo squadra in ogni ruolo, con il totem Walton a dominare i minuti finali della partita. 109-107 Blazers e 4-2 nella serie.

I Portland Trail Blazers alla prima apparizione ai playoff della loro storia vincevano il titolo, Bill Walton venne nominato
MVP delle Finals.
Arrivederci alla prossima puntata.
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