Trade Irving: Pro e Contro per Dallas & Brooklyn
A bocce ferme, analizziamo insieme il movimento di mercato più grande della stagione che ha visto Irving volare in Texas.
A bocce ferme, analizziamo insieme il movimento di mercato più grande della stagione che ha visto Irving volare in Texas.
Ieri sera, 5 Febbraio 2023, la NBA ha ricevuto uno scossone che ha sicuramente caratterizzato la trade dead-line. Il giorno prima era trapelata la notizia di Kyrie Irving: l'ormai ex giocatore dei Brooklyn Nets aveva chiesto di essere scambiato alla dirigenza. In molti hanno pensato ad una reunion con LeBron James ai Los Angeles Lakers, ma ad accaparrarsi i talenti dell'ex Duke sono stati i Dallas Mavericks. Insieme all'ex Cavs è partito per il Texas anche Markieff Morris, mentre a New York sono arrivati Spencer Dinwiddie, Dorian Finney-Smith e tre scelte al draft: una al primo giro (2029) e due al secondo giro (2027, 2029). Andiamo a sviscerare insieme questo scambio.
Dallas Mavericks
Pro
Luka Doncic avrà un'altra stella al suo fianco
Il problema maggiore di questi Dallas Mavericks è la dipendenza da Luka Doncic, di gran lunga il miglior giocatore della squadra. In questa stagione lo sloveno sta giocando a livelli mai visti, trascinando così i texani al 6° posto nella Western Conference con un record di 28-26. Quando manca “Luka Magic”, i Mavs faticano terribilmente: il record della franchigia senza il #77 è di 0-7 in questa stagione. Un esempio lampante è la vittoria contro i New Orleans Pelicans di Giovedì scorso: Dallas era sopra di 27 quando Doncic è uscito per infortunio, ma ha vinto di soli 5 punti per 106-111 a fine partita. L'attacco dei Mavericks dipende quasi interamente da Doncic, quindi in questo senso l'arrivo di Kyrie Irving è una manna dal cielo. Irving è un attaccante straordinario che può alternare le veci con Doncic, magari diminuendo il numero di minuti che il #77 passa sul parquet: al momento è 6° in NBA con 36.5 minuti giocati di media. Inoltre Irving sarà importante nei finali di partita: finora le difese si sono concentrate sullo sloveno, spesso raddoppiandolo dato che ogni pallone deve passare per le sue mani. In questo senso, Irving potrebbe aggiungere più imprevedibilità all'attacco di Dallas.
Dallas dimostra di voler fare qualcosa per vincere
Già da tempo ci eravamo interrogati sulla permanenza di Luka Doncic a lungo termine in Texas. Insomma, fino a ieri il #77 ha giocato praticamente da solo, senza alcun tipo di aiuto all'altezza del suo talento nonostante Dallas sia arrivata a due vittorie dalle NBA Finals nella scorsa stagione. Mark Cuban ed i soci hanno finalmente dimostrato di prendersi dei rischi per vincere nel breve periodo, anche se forse Irving è una scelta fin troppo rischiosa. Questa è una dimostrazione importante da parte della società per assicurarsi un futuro a lungo termine con il giocatore sloveno.
Contro
Dallas dovrà fare i conti con Kyrie Irving (in scadenza, per di più)
Avere Kyrie Irving in squadra non è un compito assolutamente facile, chiedere ai Brooklyn Nets per conferma. Per quanto possa essere geniale in campo, Irving fuori dal rettangolo di gioco è una mina vagante: una persona, prima che un giocatore, del tutto imprevedibile. Ricordiamo che Irving ha chiesto la trade ai Nets nel momento migliore in tutti i tre anni e mezzo passati a New York. Oltre i vari dubbi dal punto di vista tecnico-tattico, c'è un problema che è a monte di tutto: il contratto di Irving scade alla fine della stagione. Nel 2019 l'ex Celtics aveva firmato un contratto da 4 anni per 136.49 milioni di dollari e quest'anno incassa poco meno di 37 milioni. Per Dallas la situazione è davvero delicata: legarsi ad Irving per meno di cinque mesi e poi perderlo per due giocatori ed una scelta al primo giro è decisamente troppo. Dall'altra parte, se le parti dovessero accordarsi per un rinnovo, ci sono tutti i rischi del caso: Irving ha sempre saltato un grande numero di partite, che sia per infortunio o per altri motivi extra-basket spesso controversi e sconosciuti. Quando è in campo fa senza dubbio la differenza, ma è chiaro come il sole che Irving sia un giocatore inaffidabile sotto molti punti di vista: investire 200 milioni di dollari su di lui non sembra di certo essere la scelta più allettante. Forse, guardando indietro a quest'estate, era meglio tenersi Jalen Brunson invece di farlo andare ai New York Knicks.
Si gioca con una palla sola e su due lati del campo
Tornando alla coppia Doncic-Irving, ora in attacco la squadra di coach Kidd è sicuramente coperta. Il problema sarà la divisione dei possessi: sia lo sloveno che il nuovo arrivato sono giocatori abituati a tenere molto la palla in mano, spesso affidandosi ad isolamenti. La palla quindi è spesso ferma in attacco, il problema è che a pallacanestro si gioca con un pallone solo. Sarà importante per il bene della squadra che i due galli si trovino bene insieme sia in campo che fuori, altrimenti i problemi di chimica di squadra potrebbero essere fatali per le ambizioni della franchigia. Irving deve fare un passo indietro rispetto a Brooklyn: Dallas è la squadra di Doncic, senza “se” e senza “ma”. Nell'estate del 2019, quando è arrivato ai Nets, Irving ha dovuto convivere con Durant, ma entrambi sono arrivati a New York nello stesso momento: nessuno dei due era già lì da tempo, quindi entrambi hanno avuto fin da subito un ruolo paritario. Quella a Dallas sulla carta dovrà essere una situazione più simile a quella di Cleveland, dove LeBron era la stella indiscussa della squadra ma Irving poteva salire in cattedra in ogni momento. Il problema più grande sarà in difesa: il Defensive Rating di Dallas è di 115.4, il 24° della Lega. Senza Finney-Smith, ottimo difensore sia interno che sul perimetro, questo dato è destinato a peggiorare. Doncic ed Irving sono da sempre relativamente pigri nei propri 14 metri di parquet ma, specie nei playoff, entrambi dovranno alzare il proprio livello anche su quel lato del campo.
Brooklyn Nets
Pro
I Nets hanno ottenuto il massimo da questo scambio
A conti fatti, i Brooklyn Nets in questo momento della stagione non potevano ottenere di più da Kyrie Irving. Dallas è stata la squadra che ha offerto più scelte rispetto alle altre contendenti. Spencer Dinwiddie ha dimostrato di essere un ottimo giocatore proprio in maglia Nets qualche stagione fa, specie quando ha rimpiazzato l'infortunato Irving. Di certo Dinwiddie non potrà avere lo stesso contributo che portava Irving, ma senza dubbio costa parecchio di meno alla dirigenza: l'ex Wizards ha ancora un'altra stagione nel contratto dopo questa, nella quale dovrebbe guadagnare 21 milioni di dollari (ma non sono tutti garantiti). Inoltre il front-office dei Nets potrà essere più rilassato: Dinwiddie è un vero professionista, dedito alla causa ed è molto meno probabile che possa causare problemi fuori dal campo. Darion Finney-Smith sarà un pezzo fondamentale per la difesa dei Nets in quanto è molto versatile: insomma, un ottimo giocatore da rotazione. È chiaro che con questo scambio Brooklyn abbia abbassato di molto le proprie ambizioni per questa stagione, ma potrebbe essere un'ottima scelta in ottica futura. Oltre a due buoni giocatori, Brooklyn ha anche ottenuto una scelta al primo giro lontana nel tempo: tra sei anni non si può sapere quale sarà il rendimento di Dallas, ma la speranza dei Nets è che Doncic non giochi più con i Mavs.
Si è finalmente chiusa l'era dei Big Three
Per il sollievo di molti, l'era dei Big Three a Brooklyn si è conclusa. Kevin Durant, Kyrie Irving e James Harden hanno concluso poco e nulla rispetto alle aspettative. Dal punto di vista sportivo i tre hanno portato più problemi che vittorie, senza contare il fatto che per un motivo o per un altro non hanno mai giocato insieme. Quello che è certo, è che i Big Three hanno giovato di molto alle casse della franchigia, forse l'unico loro vero merito. Queste ultime tre stagioni segnano probabilmente anche la fine di Sean Marks nel front-office dei Brooklyn Nets: in questi ultimi anni si è completamente disfatta la squadra per vincere subito, senza successo. Si è quasi raggiunto il livello della trade per Paul Pierce e Kevin Garnett del 2013 fatta proprio da Brooklyn, che ha praticamente buttato all'aria il proprio futuro puntando su dei giocatori a fine carriera per vincere. Il risultato è stato ovviamente disastroso, per anni i Nets sono stati lo zimbello della Lega, oltre ad aver perso una miriade di scelte alte al draft in favore dei Boston Celtics. Comunque, il mercato dei Nets potrebbe non finire qui: le tre scelte ottenute da Dallas possono rivelarsi utili per qualche scambio nell'ultimo giorno di mercato. Nei prossimi giorni capiremo molte cose riguardo il futuro di Brooklyn: i Nets potrebbero intervenire sul mercato prendendo un giocatore interessante al fine di competere in questa stagione e magari persuadere KD a rimanere. D'altra parte, Brooklyn potrebbe decidere di tenersi le scelte per poi smantellare definitivamente la squadra in estate.
Contro
Che cosa farà Kevin Durant?
Ora la domanda in casa Nets è solo una: che cosa farà Kevin Durant? L'ex Warriors aveva già chiesto uno scambio alla dirigenza durante l'estate, ma senza ottenerlo. Questa squadra non è male, ma di certo non ha il talento necessario per puntare all'anello, specie in una Eastern Conference che ha alzato il proprio livello nelle ultime stagioni. Arrivato ormai a 34 anni, Kevin Durant non ha di certo il tempo di aspettare per mettersi un altro anello al dito. È molto probabile che il #7 si faccia ancora più insistente per andare via da Brooklyn in estate, potendosi così finalmente aggregare ad una contender. Di solito quando Durant parla, fa rumore: anche in questo caso, senza dubbio KD si farà sentire che sia tramite i media oppure i propri account social. Ciò che sembra essere certo è che anche il tempo di Kevin Durant ai Brooklyn Nets sembra essere finito.
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