Hard Drive Team 2019/20: Houston Rockets
Squadra che ha cambiato poco, per cambiare, in realtà, tutto, alla ricerca dell'ultimo sforzo per diventare nuovamente vincente. Ci occupiamo oggi degli Houston Rockets.
Da tre stagioni a questa parte, il leit motive degli Houston Rockets è sempre il solito. Regular Season giocata su livelli medio alti, playoffs che iniziano in crescendo, per poi spegnersi sul più bello, o quasi. E, soprattutto, sul più bello sono sempre venuti a mancare quelli su cui si era puntato per vincere, le superstar.
Si è anche cercato di irrobustire il roster, a questa voce, affiancando ad uno con la barba, un altro piccolo che avesse lo status, e la voglia, di vincere, o di lottare per farlo. Ed invece è sempre mancato qualcosa. Anche nella scorsa stagione.
Condotta, probabilmente, con meno enfasi, iniziata più lentamente, chiusa con un buon 53-29 come record, quarti ad ovest, ma con l'idea di poter essere una contender di primissimo piano nella corsa della Western Conference, anzi per molti già pronti per arrivare a giocare nelle prima metà di Giugno. Solo che i sogni di gloria si sono spenti ancora una volta contro quelli della baia, che hanno respinto al mittente l'idea di poter dare strada ai texani. Ed anche in questo caso la delusione è stata enorme, l'idea di avere perso l'ennesima grande occasione è stata palpabile sin dalle prime dichiarazioni di tutti, management, coaching staff e giocatori. Solo che se per due/tre stagioni arrivi ad un passo dal sogno, e vieni risvegliato sempre in malo modo, qualcosa devi fare, qualcosa da qualche parte deve cambiare. Oppure qualcuno, cosa molto più semplice in una franchigia NBA.
E per una volta non è stato il coach a saltare, il cui lavoro non è mai stato messo in discussione. Si è deciso di (ri)formare una coppia che potrebbe, insieme, seminare il panico in tutte le difese delle squadre della lega. Oppure implodere in una maniera altrettanto spettacolare. Houston ha puntato praticamente tutte le sue fiches su questa stagione, cambiando una cosa che, paradossalmente, stravolge tutto. Vediamo cosa succederà.
COACH: Mike D’Antoni sulla panchina degli Houston Rockets, ha ritrovato la sua dimensione da head coach, persa dopo le meravigliose stagioni ai Suns. E’ atteso ad una stagione in cui dovrà riuscire a far convivere due giocatori che prediligono entrambi avere il pallone in mano a inizio azione. Sarà interessante come riuscirà a gestire questa convivenza. Coach D’Antoni si gioca parecchio in questa stagione, la pressione è davvero molta su di lui.
CONFERMATI: Non si può non iniziare che da James Harden. Su cui non c’è niente di nuovo da dire. A parte che dovrà dimostrare di essere molto intelligente e non solo cestisticamente parlando, per trovare le modalità di convivenza con il ragazzo arrivato da OKC. Clint Capela si troverà a giocare con due che sfrutteranno le sue doti di rapidità di movimento sul campo. Probabilmente avrà il doppio dei palloni giocabili al ferro, e molte meno responsabilità a rimbalzo. Eric Gordon è un altro giocatore che potrebbe trovare parecchi vantaggi dalla nuova composizione del roster della squadra. Ma anche lui potrebbe ugualmente, invece, avere meno palloni giocabili. Altro giocatore che dovrà dimostrare parecchia intelligenza, e forse avere altrettanta pazienza nella prossima stagione. Per P.J. Tucker cambierà poco. Lui è uno di quei giocatori che comunque ed in ogni contesto da sempre il 110% in ogni momento della partita. Giocatore che è diventato fondamentale per questa organizzazione. Austin Rivers ha trovato una sua dimensione, riuscendo ad esprimersi sui suoi livelli anche lontano dal padre.
Difesa, tanto agonismo ma anche doti offensive, questo ci si aspetta da lui in uscita dalla panchina. Gerald Green è alle prese con un infortunio che potrebbe addirittura costargli la stagione. E questo potrebbe essere un problema perchè qui ha finalmente trovato casa, giocando con discreta continuità. Nenè Hilario entra nella sua diciannovesima stagione nella lega. Il suo ruolo da veterano che porta qualche punto, rimbalzi ed esperienza sarà molto importante. Danuel House Jr. si è ritagliato parecchio spazio nella scorsa stagione. E qui, con questo sistema non potrà che proseguire sulla strada intrapresa. Gary Clark serve per allungare le rotazioni, e farsi trovare pronto in caso di necessità, così come Isaiah Hartenstein, che potrebbe riuscire a farsi vedere di più.
NUOVI ARRIVI: A parte uno di cui parleremo dopo, si è puntato su veterani che possano portare minuti di solidità in campo, soprattutto nella fase difensiva, e serenità nello spogliatoio. A iniziare da Thabo Sefolosha, che sembra essere in fase calante della carriera, ma potrebbe trovare nuovi stimoli in questa situazione dove chiaramente si gioca per il bersaglio grosso. Tyson Chandler è ormai uno specialista solo difensivo, ma può dare comunque tanto, se impiegato nel modo giusto. Discorso diverso per Ryan Anderson.
Lui è sparito dai radar della lega nella scorsa stagione, non trovando stimoli e voglia ai Suns ed a Miami. Torna dove stava giocando discretamente, con l’idea che se ritrovasse quel periodo di forma tornerebbe ad essere utile a questi Rockets. Discorso simile per Ben McLemore, anche lui potrebbe allungare prepotentemente le rotazioni se si ritrovasse, dopo una stagione e mezza in cui non ha combinato niente di utile.
DUE PAROLE SU: Russell Westbrook. Trade che ha scosso la lega, Westbrook arriva qui con l’idea che possa alzare il livello della squadra. Solo che qui, per farlo, dovrà modificare di qualcosa il suo modo di giocare. L’uno vs theworld non sarà tanto gradito, anche perché qui le chiavi della città sono nelle mani di un altro, e se le tiene belle strette. Vediamo se sarà in grado di adattarsi senza snaturarsi troppo
PCT. PLAYOFFS: 85%- Nella Western sarà battaglia per le posizioni migliori ai playoffs, ed i Rockets saranno coinvolti in questa guerra cestistica, nel tentativo di avere il vantaggio del fattore campo al primo turno.
Arrivederci a domani con i Portland Trail Blazers
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