Hard Drive Team 2019/20: Sacramento Kings
Squadra che la scorsa stagione è piaciuta a tanti, ci si aspetta la maturazione dei giovani ed un'annata di moderate soddisfazioni. Ci occupiamo oggi dei Sacramento Kings.
La scorsa stagione dei Sacramento Kings è stata indiscutibilmente a due facce. Quella bella, di valorizzazione dei giovani, conferme e riscatti di giocatori che sembravano persi od in fase calante, bel gioco offensivo, quella meno bella, una mancata qualificazione ai playoffs che almeno fino a Febbraio era possibile, e per il gioco espresso anche qualcosa in più. Il record finale di 39-43 è stato tutto sommato deludente.
Certo molto superiore alle 27 vittorie della regular season 2017/18, ma ha lasciato del retrogusto amaro da chi aspetta una post season che manca dalla stagione 2005/06, quindi 13 anni. Di sicuro però si è creata una base, ed anche abbastanza solida, su cui poter lavorare per cercare di riportare la squadra della capitale della California, ai bei periodi dell'epoca Webber, Bibby, Stojakovic e Divac.
Già, Vlade Divac. Proprio lui, dopo una serie di scelte discutibili a livello di management negli anni, sembrerebbe aver trovato la chiave, ed i giocatori giusti, per far tornare i Kings nei prossimi anni ai vertici della NBA. Come sempre in questi casi, trattasi di lavoro lungo, irto di difficoltà, in cui oltre alle scelte, intese come draft, deve arrivare anche quel giocatore, o più di uno, che faccia fare il salto di qualità a tutti. Ma per (ri)rendere Sacramento una piazza appetibile, il lavoro su un roster giovane e con voglia di affermazione è fondamentale. Questa stagione deve essere quella dell'ulteriore conferma dei progressi visti, quella in cui il giocare nella difficilissima Western Conference non deve diventare un problema, e se possibile, si deve migliorare il record della passata stagione. Aver mantenuto una gran parte del roster è sempre d’aiuto per una franchigia in ricostruzione. E sarebbe bello rivedere Sacramento lottare per qualcosa che conta.
COACH: Il licenziamento di coach Joerger ha generato qualche perplessità in tanti e non solo a Sacramento. Perchè sembrava, dopo due anni tragici, che la luce in fondo al tunnel fosse più vicina. Invece si è deciso di puntare su Luke Walton, reduce dalla delusione enorme dell'esperienza Lakers. Salire al nord della California, potrebbe essere per lui una scelta vincente.
Qui avrà di sicuro meno pressioni e meno occhi addosso. Potrà lavorare con più tranquillità, sapendo di avere un roster giovane, che deve maturare e che ascolterà un uomo che questo giochino lo conosce bene. Senza contare che avere uno dei veterani che ti conosce perchè, in pratica, lo hai già allenato è cosa utile. Personalmente il modo di interpretare il basket da parte di coach Walton piace, credo che qui si ricostruirà come allenatore.
CONFERMATI: Iniziamo da De’Aaron Fox. Già il leader in campo di una squadra che ha forti personalità, seppur giovani, al suo interno. Ogni anno ha arricchito il suo gioco con qualcosa di nuovo, segno della voglia di lavorare per migliorarsi, cosa non secondaria. Buddy Hield ha giocato una stagione splendida, che va oltre i quasi 21 pts. di media tenuti. Finalmente continuo, si è dimostrato aggressivo e pronto, crescesse ancora diventerebbe un sicuro All Star. Marvin Bagley III si è dimostrato più che pronto nella sua stagione da rookie. Gli si chiederanno molti più minuti da centro, ma questo non dovrebbe spaventarlo visto tecnica e fisico.
Altro ragazzo a cui piace lavorare per crescere. Harrison Barnes sarà collante importante tra coach e squadra. Giocatore di alto profilo, che sa come si vince, oltre ad avere punti nelle mani. Ai Kings è parso pensare meno a segnare e più a giocare per la squadra. Nemanja Bjelica ha finalmente fatto vedere il suo talento a questa lega, dimostrando di saper stare in campo e di poter essere un giocatore da NBA. Quest’anno avrà maggiori responsabilità all’interno dei suoi minuti, essendo ormai salito al ruolo di veterano. Yogi Ferrell ha avuto un forte calo di rendimento, sovrastato dai pari ruolo. Se non mette l’intensità giusta potrebbe vedersi ridurre ancora lo spazio. Harry Giles III ha avuto un inizio di stagione da rookie abbastanza lento. Poi ha trovato minuti e spazio dimostrando come tutto quello che si diceva su di lui fosse vero. E quest’anno quei minuti aumenteranno, e questo ragazzo ha mani educate e ottime capacità di rimbalzista e di intimidazione.
NUOVI ARRIVI: Da non sottovalutare l’arrivo di Trevor Ariza. Veterano di mille battaglie, sembrerebbe essere tornato integro, tiratore, difensore, uomo da spogliatoio. Nel possibile small ball di coach Walton avrà un ruolo fondamentale. Dewayne Dedmon arriva per rimpiazzare l’unica perdita seria del roster. Centro rimbalzista ed intimidatore, negli anni si è guadagnato ogni minuto che gli è stato concesso, lavorando tantissimo. E adesso ha anche aggiunto una discreta mano dalla distanza.
Cory Joseph è un altro veterano che porta in dote esperienza, difesa e capacità di stare in campo dando tanto in poco tempo. Richaun Holmes in questo contesto potrebbe ritrovare quelle doti da animale del pitturato che gli erano valsi grossi complimenti a Phila. Lungo dinamico sempre utile. Tyler Ulis cerca un rilancio dopo le stagioni ondivaghe ai Suns, ma non sarà facile trovare spazio. Dal draft con la #40 è arrivato Justin James. Fortemente voluto da Divac, è un attaccante con ottime doti atletiche. In una squadra così ben assortita di giovani talenti magari potrà fare bene.
DUE PAROLE SU: Le spendiamo su Bogdan Bogdanovic. Dopo una prima stagione interlocutoria, e comunque non priva di soddisfazioni, l’anno scorso ha fatto vedere di cosa è capace, prendendosi tiri importanti anche in finali punto a punto. Giocatore che diventerà di primissimo livello in breve tempo, meglio averlo con se che contro.
PCT. PLAYOFFS: 50%- Sono anni che non azzecco un pronostico sui Kings. Western Conference di fuoco e loro probabilmente troppo giovani, almeno per ora. Ma da non sotto valutare nemmeno per il presente.
Arrivederci a domani con gli Charlotte Hornets
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