Evolution Awards Race 8/03/2019
Dopo oltre un mese ritorna la nostra Evolution Awards Race, classifica che sembra nata per far discutere, ma che invece ha una sua logica basata sulle statistiche, individuali e di squadra. Eravamo rimasti al greco, al lituano, al camerunense, e siamo arrivati…..al greco, al lituano ed al camerunense, con l’aggiunta di qualche sfidante più o meno nuovo, o con la barba, che renderà interessante quest’ultima parte di stagione regolare. Ma non dilunghiamoci troppo e via alle classifiche.
MVP
1) Giannis Antetokuonmpo (MIL) 43.3: Che dire di questo ragazzo. Quest’anno ha rimediato al suo unico difetto, la continuità per tutta la stagione regolare, e sta guidando i suoi Bucks al miglior record della lega. Se non è una stagione da MVP questa.
2) James Harden (HOU) 40.8: Ha giocato un 2019 semplicemente strepitoso, leader maximo, ed a volte unico, dei Rockets, portandoli in zona playoff con grande tranquillità. Poi se qualcuno ha voglia di criticarlo prego si accomodi, ma in questo momento l’attaccante più forte del pianeta cestistico terracqueo.
3) Nikola Jokic (DEN) 38.7: Un mio personalissimo favorito, uno che sembra essere capitato su un parquet a volte per caso, ma intelligenza cestistica e mani superiori alla norma, non solo per ruolo. E può ancora migliorare.
4) Paul George (OKC) 38.6: Si è preso in braccio i Thunder, compreso quello con il #0, e gli ha dato leadership e voglia di giocare insieme sui due lati del campo. Stagione, anche la sua, strepitosa.
5) Anthony Davis (NOP) 38.5: In tanti storceranno il naso ma i numeri dicono questo. Malgrado l’affaire Lakers con tutte le ripercussioni del caso, anche sui Pelicans. In un altro contesto cosa potrebbe fare? Facile, inizia per D….
R.O.Y.
1) Luka Doncic (DAL) 23: Si in questa lega ci può stare, si anche ad alto livello, si non ha paura di giocare come faceva nel nostro continente. Tolti i dubbi a tutti, adesso deve solo aspettare la prossima stagione.
2) Deandre Ayton (PHO) 22.1: Malgrado i Suns, malgrado si sia preso un periodo di pausa, anche per guai fisici, il ragazzo comunque sta facendo vedere di non essere stato la scelta #1 per caso. Anche per lui si devono aspettare le prossime stagioni.
3) Marvin Bagley III (SAC) 17.9: Dal rientro dopo l’infortunio si è messo a giocare come in tanti si aspettavano facesse, dimostrando una maturità notevole in una squadra che ha ancora ambizioni da post season. Anche per lui il futuro è roseo.
4) Trae Young (ATL) 16.2: Nella nostra classifica paga l’avvio, davvero molto lento. Ma dal 2019 ha ingranato le marce altissime, facendo capire di avere tutto per stareggiare anche nella NBA, con capacità realizzative e di playmaking che ne faranno uno da seguire con attenzione.
5) Jaren Jackson Jr. (MEM) 15.5: Ha pagato, nella seconda parte della stagione, il calo dei Grizzlies. Comunque un ragazzo su cui si può pensare di lavorare per poter diventare un uomo franchigia.
SIXTH MAN
1) Domantas Sabonis (IND) 26.6: Non ha mollato niente il ragazzo figlio d’arte. E nel momento del bisogno, infortunio Oladipo, è cresciuto ulteriormente, facendo capire che buon sangue non mente in questo caso.
2) Montrezl Harrell (LAC) 23.7: Se questi Clippers non hanno mollato il merito è anche di questo giocatore che non ha mai fatto venire meno il suo apporto quando chiamato in causa. Miglior stagione della carriera.
3) Lou Williams (LAC) 21: Veterano di questa classifica, è riuscito a non sprecare troppe energie all’inizio per poter tornare utile adesso che serve. Un esempio per come riesce sempre a dare qualcosa quando serve.
3) Mason Plumlee (DEN) 21: Giocatore molto silenzioso, ma che quando entra non fa scendere l’intensità del gioco. Prezioso in più momenti di una partita.
5) Derrick Rose (MIN) 17.9: Lo abbiamo già detto, è stato l’anno della sua rinascita sportiva e si meriterebbe posizioni più alte. Un messaggio chiaro a chi lo aveva dato per finito.
D.P.O.Y.
1) Paul George (OKC): Dove ci siamo già visti? Ah già. Come abbiamo scritto il suo vero esempio lo ha dato in difesa, sempre attento, sempre attivo, sempre trascinante. Consacrazione se mai ce ne fosse stato bisogno.
2) Giannis Antetokounmpo (MIL): Quando giochi da MVP nella squadra che sta giocando il miglior basket della lega, la parola difesa non può che essere al primo posto, visto anche le idee di chi ti allena. E Giannis risponde presente.
3) Joe Ingles (UTA): Sembra lento, sembra sgraziato, sembrerebbe non poter tenere nessuno dei pari ruolo con molto più fisico di lui. Invece superarlo è difficile, perché l’australiano ti entra sotto pelle, difendendo ai limiti del regolamento, sempre con grande intensità.
4) Malcolm Brogdon (MIL): Gambe sempre piegate, spesso in grado di anticipare le idee di chi sta marcando, non va sotto con nessuno. Difensivamente si sta costruendo una discerta credibilità.
5) Rudy Gobert (UTA): Le sue doti si conoscono, specie alla voce intimidazione. A me piace sempre molto, però, quando si sacrifica in scivolamenti contro i piccoli, o quando arriva in aiuto usando i piedi e non le braccia. Fondamentale nei piani difensivi di coach Quinn
M.I.P.
1) Pascal Siakam (TOR) 27.1: In crescita continua, ormai il terzo violino, se non il secondo, in questa squadra di alto livello nella lega. E fa sempre vedere offensivamente qualcosa di nuovo e di migliorato.
2) Domantas Sabonis (IND) 26.4: I suoi miglioramenti sono lì, evidenti. Determinazione, aggressività e continuità in campo quello per cui sta giocando questa stagione a questo livello.
3) Julius Randle (NOP) 22.1: Mai calato durante tutta la stagione. Magari non sarà il giocatore più utile della storia, e se mettesse a posto l’attenzione difensiva ne guadagnerebbe, però quando si tratta di giocare in attacco davvero bello da vedere con quella mano mancina.
4) D’Angelo Russell (BRO) 21: Il leader di questi splendidi e sorprendenti Nets. Ice in the veins ha fatto vedere che talento qui ce ne sarebbe e parecchio. E sul Pacifico qualcuno potrebbe mordersi mani e piedi.
5) Willie Cauley-Stein (SAC) 20.4: Altro giocatore silenzioso ma utilissimo in campo, centro sempre in movimento, che corre bene il campo e che sta trovando una continuità di rendimento.
C.O.Y.
1) Mike Budenholzer (MIL): I suoi Bucks hanno il miglior record della lega e stanno giocando una splendida pallacanestro. Il roster sembra essere pronto per giocare quando farà molto caldo. A coach Budenholzer il merito di aver dato gerarchie chiare, specie in difesa, il suo marchio di fabbrica.
2) Michael Malone (DEN): Sta costruendo per il futuro in un roseo presente, facendo crescere tutti nel roster, vedi i Malik Beasley, i Morris, i Craig, che diventeranno importanti. Coach sempre sottovalutato, che meriterebbe miglior considerazione.
3) Kenny Atkinson (BRO): Alzi la mano chi avrebbe mai pensato a dei Nets a questo punto della Eastern Conference a metà marzo. Io no, e coach Atkinson ha messo la sua chiara firma, allenando per davvero questo gruppo, facendolo crescere e facendo migliore tutti.
4) Duane Casey (DET): Si sta prendendo delle rivincite verso chi lo ha mandato via, in una situazione tecnica non facile sta ottendendo il massimo a cui si poteva ambire. Segno di grande capacità tecnica e mentale.
5) Doc Rivers (LAC): E’ passato attraverso l’uragano trade senza perdere nemmeno una vela, anzi ha trovato la giusta rotta facendo giocare i giovani da veterani e viceversa. Los Angeles è ancora biancoblu, malgrado l’altro in sponda giallo viola, e grosso merito e di coach Rivers.
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